Questa poesia racconta la storia di una ragazzina che subi' violenza a soli 15 anni,mentre si trovava in un luogo che era solita frequentare senza paure.
La protagonista,superato lo schock,riflette sull'accaduto e domanda GIUSTIZIA per la vita che le e' stata sottratta in cosi' giovane eta'.
"Giornata assolata
l'estate e' fiorita ;
ricerco il ristoro
dell'acqua pulita.
Mi godo una pace
che sembra irreale
in questo luogo
cosi' familiare.
Il tempo passa,
io sono felice.
Mi mancano solo
le mie mitiche amiche.
Ma la solitudine
non mi e' sgradita
in questa giornata
in ch'io resto assopita.
Poi ad un tratto
mi sveglio stordita
e mi reco in quel luogo
che mi ha sottratto la vita.
Un braccio afferrato
da mani nemiche
che stringono forte,
arrecandomi ferite.
Grida assordanti,
ma nessuno perviene
a sottrarmi da chi
mi raggela le vene.
Il terrore giunge
da dove non era atteso;
un mostro mi spaventa
sento un dolore acceso.
Una mezz'ora
poi tutto e' finito,
ma a me sembra invece
un tempo infinito.
Vita in dissolvenza,
morte di un ideale :
di liberta'
e di un'esistenza leale.
Cos'e' successo?
Che fare adesso?
Queste son tragedie:
capitano troppo spesso.
L'Italia e' un paese
che non ci protegge:
noi donne rimaniamo
sempre e solo schegge.
Schegge di vita
lasciate a morie
in un ricordo
che non puo' rifiorire.
La violenza
e' un atto brutale
che noi tutti
dobbiamo fermare.
Noi siamo uomini
e non animali:
Viviamo allora
non come tali" .
Anonimo
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Serve che gli uomini vengano educati al rispetto ed alla gestione delle proprie emozioni, violenza ed aggressività...
è un impotente un uomo che non sa controllarsi e tenersi in consapevolezza e meditazione.
Marianna Vasile