racconti - storie di violenza

08.11.2012 21:35

 

UNA FAMIGLIA NORMALE!

I miei genitori, i nonni materni. Io ero figlia unica. La piccola di casa, mai persa di vista, sempre coccolata. 
"Cosa vuoi capire tu che sei piccola!" Il nonno, invece, era disponibile. Diceva che, anche se ero una bambina, avevo il diritto di imparare. Con lui stavo proprio bene, mi fidavo ciecamente. Era dalla mia parte.
Quando avevo quattro anni, le coccole del nonno divennero piu' intime, fino a diventare un gioco che egli m'invitava a fare quando eravamo soli. Io l'ho sempre assecondato perche' non mi procurava sofferenza fisica. E, poi, che motivo avrei avuto per dubitare di lui? Se m'insegnava quelle cose lo faceva perche' mi voleva bene. Di lui mi potevo fidare. In fondo era l'unico ad avermi preso sempre sul serio. C'era pero' una cosa strana: mi raccomandava di non dire niente a nessuno o sarebbe finito in prigione e a me avrebbero dato un sacco di botte. Quelle erano cose che potevano fare solo i grandi. Ma lui mi voleva bene e poiche' io ero una bambina intelligente perche' non insegnarmele?

Per circa tre anni ho fatto quel che lui mi chiedeva, perche' non sapevo di dover rifiutare. Non sapevo che permettendogli di usare il mio corpo stavo perdendo la mia infanzia. Solo dopo mi sarei resa conto che quello era un gioco che io non avrei voluto fare.
All'inizio era come rubare le caramelle con la complicita' di un adulto. Crescendo, pero', le sue carezze cominciarono a procurarmi fastidio. Ormai non lo vedevo piu' come i bambini vedono gli adulti. Per loro non ha importanza l'eta' o la bellezza per voler bene. Adesso iniziavo a scorgere la realta' e cioe' un vecchio che mi metteva le mani addosso. Vedevo le sue mani rugose, i suoi denti gialli. Sentivo il suo alito cattivo su di me. 
Gradualmente mi convinsi che non avrei mai trovato nessuno disposto a sposarmi. Mi ero sporcata con quella colpa che mi impediva anche solo di sognare il principe azzurro. Nessuno mai mi avrebbe accettata. Credevo che la mia colpa potesse essere visibile e che, alla fine, qualcuno se ne sarebbe accorto.
Lui assecondo' la mia scelta senza mai pretendere nulla. Sicuramente aveva troppa paura che io lo denunciassi. Anche se credo che in fondo sapesse che non lo avrei mai fatto. Il mio senso di colpa era troppo forte perche' potessi parlarne. Il mio solo desiderio, in realta', era che nessuno mai e per nessuna ragione sarebbe dovuto venirne a conoscenza. 
Si era quindi venuta a creare una specie di complicita' tra noi. "L'INTESA DEL SILENZIO". A parte questo il nostro rapporto era agli occhi della gente del tutto normale. Nulla nel nostro comportamento avrebbe potuto lontanamente far immaginare che nascondevamo un tale segreto. E forse gli avrei voluto anche bene se non fosse stato che di tanto in tanto approfittando del fatto che eravamo soli tentava di convincermi ad acconsentire alle sue richieste. Per fortuna non e' andato mai oltre le proposte accettando i miei rifiuti. Questi episodi, pero', mi lasciavano nel tormento. Lui era la mia colpa che mi perseguitava. Provavo schifo per lui e per il mio corpo. Di certo il mio silenzio non serviva a proteggere lui, ma me stessa.
Non credo che mio nonno fosse malato, ma un gran PORCO si. E credo che la maggior parte di coloro che abusano di bambini sono dei PORCI e non dei malati. Ed e' proprio per questo che la stragrande maggioranza dei casi di abuso rimane segreta. E non esiste un confine all'abuso. Puo' accadere in qualsiasi luogo e in qualsiasi famiglia, povera o benestante, acculturata o ignorante. Avevo quattordici anni quando, in occasione di una delle mie solite depressioni, l'ho raccontato a mia nonna e mia madre. Ma loro mi risposero che non poteva essere vero. Il nonno mi voleva troppo bene per fare una cosa simile. Mi sono sentita una stupida. Avevo faticato tanto a tenere tutto nascosto ed ora mi mettevo a raccontare. Temevo mi potessero giudicare male. 
Quella confessione ha contribuito a farmi sentire piu' sporca e colpevole. Mi vedevo diversa dalle altre ragazze, marchiata. Credevo che non esistesse al mondo nessun'altra che avesse fatto una simile schifezza.
Cose quando ho conosciuto il mio primo ragazzo mi son sentita in dovere di essere onesta con lui e rivelargli il mio peccato. Non potevo nasconderglielo...
Anche se non mi ha mai accusata di nulla, mi ha comunque sempre spinta al silenzio. Anche lui la vedeva come una cosa da non raccontare a nessuno. Io gli ero riconoscente perche' mi voleva bene nonostante fossi sporca. Credevo di non poter pretendere, di dover accettare quel che mi si dava con riconoscenza.

Cominciai a dubitare del suo amore. Mi voleva bene o stava con me solo per il sesso? Mi sentivo nuovamente usata. Ed ancora una volta ero stata io a permetterlo.

Col tempo pero' ho cominciato a ribellarmi al silenzio e l'ho raccontato ad un paio d'amiche. Loro non erano in grado di aiutarmi, ma il poterne parlare senza essere giudicata mi dava forza. Mi rendevo conto di essere accettata pur essendo sporca.

Poi, ho conosciuto mio marito ed anche con lui ne ho parlato fin dal primo momento. Questa volta pero' avevo incontrato qualcuno che dava importanza ad altro prima del sesso. Mi ha stretto a se, dicendo che mio nonno aveva fatto una gran porcheria. Mi ha detto che mi avrebbe aiutato, che mi sarebbe stato sempre vicino. Da quel momento ho cominciato a vedermi come una vittima. Ma solo dopo la nascita dei miei figli mi sono resa conto di non avere nessuna colpa. Ho studiato i miei bambini, ho letto libri di pedagogia e psicologia. Ho scoperto che esiste una sessualita' dei bambini. Ho capito che hanno bisogno di carezze. E' per loro una necessita' vitale. Basta pensare al massaggio consigliato nei primi mesi di vita. Il contatto della pelle e' molto importante. Al bambino serve per acquistare sicurezza. 
Sapevo, finalmente, che il nonno aveva approfittato della mia ingenuita' per usarmi. Aveva manipolato la mia mente fin dall'inizio allo scopo di soddisfare le sue voglie. 
Aveva saputo ingannarmi a tal punto da farmi credere di essere quasi stata io a prendere l'iniziativa. 
Ma come pun un bambino voler avere rapporti con un adulto se non sa neppure cosa questo significhi?

Giulia Base

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