Cari mamme e cari papà,
siamo i vostri figli. Vi sentiamo quando vi lamentate di noi. A volte non avete neppure l’accortezza di farlo
di nascosto. Qualcuno di noi, secondo voi, è troppo chiacchierone, qualcuno troppo timido, qualcuno troppo
aggressivo, qualcuno troppo arrendevole, qualcuno sta troppo sui libri, qualcuno non ci sta mai, qualcuno è
fifone, qualcuno senza cervello, qualcuno è pigro, qualcuno è iperattivo, qualcuno pensa solo a giocare,
qualcuno è troppo serio… Le critiche non si contano. Vi lamentate (non tutti per fortuna) perché non siamo
come voi, come quel fratello, come quell’amichetto. Ma noi siamo NOI! E i confronti ci FANNO MALE, ci
fanno sentire inadeguati, ci rendono insicuri, ancora più fragili. Come dite voi: “questa cosa la capirebbe
anche un bambino”, eppure voi non la capite. A volte pensiamo che crescere vi abbia fatto male, vi abbia
fatto dimenticare che cosa vuol dire essere bambini. Se davvero volete il nostro bene, amateci per quello
che siamo senza arrabbiarvi per quello che non siamo. Anche voi non siete i nostri genitori ideali, cosa
credete?, eppure vi amiamo e non possiamo fare a meno di voi. Provate a tornare un po’ bambini e a
mettervi nei nostri panni, forse saremmo tutti più felici.
Con affetto, i vostri figli
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Serve che gli uomini vengano educati al rispetto ed alla gestione delle proprie emozioni, violenza ed aggressività...
è un impotente un uomo che non sa controllarsi e tenersi in consapevolezza e meditazione.
Marianna Vasile