Lettera ad un pedofilo

08.05.2013 15:19

Si scrivono lettere a prigionieri, 
corrispondenze con condannati a morte.
Si scrive a gente che ha fatto cose 
sbagliate, si scrive di quelle cose 
sbagliate.
Si può dialogare con persone che non 
condividono le tue idee, che non sono 
come sei, e che rappresentano tutto ciò 
che odi al mondo.
Per questo io scrivo questa lettera ad 
un Bastardo/A

Non un bastardo in particolare. Uno 
qualsiasi. Uno dei tanti che girano per 
le strade, travestiti da persone 
normali, o perlomeno da individui 
accettabili seppur nelle loro diversità.
Se ne incontrano di persone così nella 
vita, persone che sembrano all’apparenza 
come me, te. Persone che sembrano 
capirti, amarti, tenderti una mano. Ma 
alla fine vogliono solo quello. Poi la 
recita finisce. E il lupo si scrolla di 
dosso tutta quella lana che lo faceva 
sembrare pecora e che gli dava pure fastidio.
Un bastardo lo riconosci nel momento in 
cui si rivela. Ma non comprendi subito a 
cosa stai andando incontro. Il bastardo 
è la persona che al suo interno non ha 
nemmeno una molecola di giusto o di 
buono. Un bastardo non piange, non ama. 
Non ne ha assolutamente bisogno. Vuole 
solo fagocitare tutto quello che di 
commestibile esiste nell’animo umano, 
giusto per soddisfare la sua voglia. In 
fondo è un gioco per lui, una sfida. La 
fame insaziabile che lo guida gli 
annebbia gli occhi e non gli fa vedere 
nient’altro che le cose di cui si può 
cibare. Del resto non gli importa nulla. 
Non ha interessi al di fuori di quello. 
Sì, ha comunque una personalità, ma è 
semplicemente una massa informe di creta 
molliccia da modellare a proprio 
piacimento per ottenere sempre di più. 
Un bastardo è proprio questo, un ammasso 
molliccio di veleno maligno, che si 
appiccica, fagocita e sporca. Un cancro 
vivente che cerca sostentamento negli 
organismi altrui, quelli sani, normali. 
E poi, una volta contento, li abbandona 
con le loro cicatrici che bruciano ogni giorno.
Bastardo, ti parlerò solo adesso e mai 
più, in quanto già quello che ti sto 
concedendo vale un grande sforzo. E’ 
un’occasione, l’unica che mi sento di 
concederti. Perchè con te non esistono 
“ma” o “però”. E non esiste nemmeno il 
cambierò, perchè sia tu che io sappiamo 
che rimarrai sempre lo schifo che sei. 

Perchè non hai valori, credo, non hai 

nulla. Hai solo la fame, e questo fa di 
te un animale. Perciò ti parlo come 
potrebbe fare un uomo al suo cane, è il 
massimo che tu possa meritarti.
Ti auguro di morire di fame Bastardo. 
Vorrei che un giorno o l’altro più 
nessun debole possa cadere sotto i tuoi 
morsi. Così da far perdere ogni senso 

alla tua vita, che non ha alcun 
obiettivo. Spero vivamente che questo 
possa accadere, anche se so essere un 
desiderio difficile da esaudire. A te 
che non hai rispetto auguro di non 
averne più da alcuno, proprio come io 
non  ne ho adesso per te. Come si può 
rispettare una malattia? Perchè tu solo 
questo puoi essere. Sei il male che 
annienta ogni speranza, che sostituisce 
l’istinto di sopravvivenza con il 
dolore. E sfinisci chi ti ospita, come 
un parassita. Succhia il sangue, succhia 
ciò che tu non hai e mai potrai avere. 
Un giorno tutto questo finirà. E non 
sarai più nulla. Nessuno si ricorderà di 
te. Solo un nome scritto da qualche 
parte, dietro una foto, in un registro. 
Ma poi basta. Tutto ciò che rimarrà di 
te sarà il dolore  ma la tua persona e 
la sua memoria ti saranno per sempre 
negati. E se esiste un inferno spero che 
il posto te l’abbiano già prenotato.
Ma fino a quel giorno, in cui varrai 
esattamente quanto vali adesso, ti 
vorrei chiedere un favore. Lascia stare 
le persone sane. Quelle che credono nel 
futuro, che hanno dei valori e che hanno 
un animo privo di tutti i vizi che 
trasporti tu. Smettila di far loro del 
male, perchè nessuno, tantomeno tu, 
dovrebbe essere capace di negare a loro 
i miracoli che sono. Tu, che non 
dovresti essere nemmeno degno di poter 
parlare ad un’altra persona, non puoi 
permetterti di fare questo, schifoso animale.

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