Le insidie del Web : imparare a difendersi

11.05.2013 16:32

 

Venerdì' 10 maggio 2013 abbiamo avuto la possibilità' di partecipare a un convegno, tenutosi presso il Centro Congressi, sulle problematiche riguardanti i possibili pericoli del Web. La mattinata e' iniziata con il saluto del sindaco Enrico Bertero, il quale ha introdotto brevemente il discorso, evidenziando come davvero internet sia una grande risorsa, che pero' nasconde molti rischi, dei quali a volte i giovani non sono del tutto consapevoli. Il nostro sindaco ci ha fatto notare che l'unica difesa possibile e' PARLARE, lasciando da parte i sentimenti di vergogna, che devono colpire solo chi ha commesso brutte azioni, e non chi le ha subite. Il secondo relatore e' stato Antonio Frisullo , che ha illustrato lo scopo dell'incontro : facilitare comunicazione e dialogo per difendersi da un nemico pericoloso, la violenza, che talvolta si annida tra le mura domestiche, e in questo caso nella rete. Ha poi preso la parola il Procuratore della Repubblica, che opera nella zona di Torino, Marta Lombardi che ci ha raccontato alcune storie vere , spiegandoci come dietro ad atteggiamenti attutati “per scherzo”, ci siano in realtà' innumerevoli reati. La Corte di Cassazione italiana ha comunicato ai vari tribunali che non si può' giustificare in nessun modo questi comportamenti illegali, seppur fatti “per gioco”, perché' danneggiano noi stessi e chi ci sta accanto. I principali reati riguardanti il Web, sono : la pornografia minorile ( punita con detenzione da 6 a 12 anni + risarcimento economico), la detenzione di materiale pornografico (punibile fino a tre anni + risarcimento economico), l'estorsione, l'utilizzo di programmi di file sharing (pirateria), i furti d'identità' (su facebook 83 milioni di profili sono falsi). Di fronte a reati commessi sulla rete, si apre sempre un procedimento penale o una misura di sicurezza (per i minori di anni 14).Oltre alla pena detentiva o pecuniaria, i colpevoli dovranno affrontare un processo civile. Ma cosa spinge i ragazzi a commettere questi reati? Secondo il pm Lombardi, il perché' e' da ricercarsi nei problemi relazionali dei ragazzi nei confronti dei coetanei. Purtroppo in situazioni simili, si instaura un circolo vizioso dal quale ne' il colpevole ne' la vittima riescono facilmente a uscire (soprattutto se maggiorenni), se non con l'aiuto di adulti e personale della polizia. Esistono per questo sezioni specializzate si polizia dove ci si può' recare e chiedere aiuto per uscire da questa spirale di violenze. Il penultimo relatore e' stato Marcello La Bella, vicequestore siciliano, con il quale abbiano approfondito l'argomento e visionato dei filmati. E' emerso subito il fatto che su Internet non esistano confini territoriali, infatti tutto CIO' che noi scriviamo ad esempio sui social network non rimane solo sui nostri computer, bensì' su una rete e perciò' potrebbe essere letto anche dall'America e da altri paesi ancora più' lontani. Anche scaricare canzoni o filmati senza rispettare i diritti d'autore e' reato, oltre al fatto che spesso al titolo di una canzone corrisponde un contenuto che non ci aspettavamo. Bisogna che i ragazzi abbiano la consapevolezza che dietro ad uno schermo c'è' sempre una persona fisica della quale non sappiamo nulla di certo e che le nostre immagini sono valori perché' cessino di esistere reati come il sexting, cioè' lo scambio di messaggi via Internet o cellulare con contenuti a sfondo sessuale. E' pericolosissimo cedere a ricatti perché' nessuno può' garantirci che determinate foto verranno mai tolte dal Web. La stessa attenzione va' prestata quando si parla di social network o indirizzi di posta elettronica. E' sbagliatissimo rivelare la password, persino agli amici più' stretti perché' e' una cosa personale che può' garantirci la sicurezza. La password e' come la chiave di casa che ci consente di tenere fuori gli estranei, ha lo stesso valore. Altre problematiche gravi sono il cyberbullismo e la cosi detta “Internet addiction”, cioè' la dipendenza da Internet in grado di anestetizzare le nostre vite, facendoci interrompere ogni relazione sociale. Il consiglio del vicequestore La Bella e' quello di usare la testa prima di ogni click. Infine, e' intervenuto Don Fortunato Di Noto, presidente dell'Associazione Meter contro la lotta alla pedofilia, nata nel 1989. Don Fortunato inizialmente ha fatto un breve discorso sulla comunicazione, che rappresenta un desiderio insopprimibile per l'uomo. Internet nacque anche per facilitare la comunicazione perché' l'uomo, per sua natura, non può' non parlare, essendo come diceva già' Aristotele “un animale sociale”. E' pur vero che la tecnologia può' essere d'aiuto o distruggere le relazioni. Un caso in cui la tecnologia e' stata di grande aiuto e' quello delle tre ragazze rapite negli Stati Uniti : se una delle ragazze non avesse posseduto un semplice cellulare, nessuna di loro avrebbe potuto essere messa in salvo. Questo ancora una volta dimostra come non sia il mezzo ad essere dannoso, ma l'uomo, l'utilizzo che ne facciamo. E' sempre l'interno che contamina l'esterno, mai viceversa. A volte la comunicazione può' esaltare la violenza come quando si discuteva sui siti pro anoressia e bulimia. Lo stesso Giorgio Napolitano pochi giorni fa ci ha ricordato che “bisogna limitare le espressioni verbali di violenza”. Si', perché' “le parole feriscono più' delle pietre” , come diceva Sant'Agostino. Il convegno e' terminato con una riflessione sulla violenza nei confronti dei bambini (275 sono stati uccisi sono in Italia negli ultimi 10 anni). Don Fortunato di Noto ha ribadito che l'impegno di genitori, educatori, insegnanti e' quello di crescere bambini forti perché' gli “orchi” riconoscono sempre i vulnerabili. Se i bambini hanno la possibilità' di esprimersi con libertà', senza essere colpevolizzati, saranno in grado di raccontarsi anche qualora accadesse a loro qualcosa di molto negativo. E non c'è' niente di peggio per un orco che vedere la sua vittima che parla e che non ha paura.

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