La storia di Valentina Cavalli

25.06.2013 11:30

Veniva da Casale Monferrato, Valentina.

Era arrivata a Milano con tutto l'entusiasmo dei suoi 22 anni, affascinata dalla grande metropoli che offre tante opportunità ai giovani.

Studiava medicina e aveva un fidanzato che amava.

Una vita che stava sbocciando.

Tutto è finito una sera di giugno del 2002, mentre Valentina e il suo ragazzo si trovavano in auto in un parcheggio.

All'improvviso l'orrore, che distrugge per sempre i sogni e la vita di questa dolce e bella ragazza.

Due uomini assalgono la coppietta, massacrano di botte il ragazzo e violentano a turno la ragazza, mente un terzo complice fa da «palo».

Quel giorno Valentina Cavalli, come racconta la madre, è morta una prima volta.

A nulla sono serviti l'affetto dei genitori, gli sforzi della ragazza per riprendersi, la psicoterapia, addirittura gli studi universitari in quella materia.

La ferita non è mai guarita.
 

Per altro, i due autori della violenza, entrambi italiani, sono stati condannati in primo grado e in appello, ma non sono finiti in prigione, perché incensurati.

Il terzo giovane, che aveva assistito allo stupro, non è stato condannato.
 

L’11 luglio 2008 Valentina si è impiccata nella sua casa in via Giulia di Barolo.

Prima del gesto, aveva mandato un sms ai genitori scrivendo di avere un forte mal di testa.

Non era la testa il problema.

Era il senso di vuoto per non avere più un'anima e un corpo suo. 



Maggiori informazioni https://essereunadonna.webnode.it/storie-di-donne/
 

 

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Serve che gli uomini vengano educati al rispetto ed alla gestione delle proprie emozioni, violenza ed aggressività...

è un impotente un uomo che non sa controllarsi e tenersi in consapevolezza e meditazione.

Marianna Vasile