Come ci si sente...

16.12.2012 22:46

 

 

Come può sentirsi 

una donna vittima 

di molestie o stupro


Quando una donna subisce molestie sessuali che lei vive come traumatiche, o una violenza sessuale o uno stupro, la sua vita può cambiare completamente anche se non sempre ci si rende conto che tale cambiamento è dovuto proprio a quell’aggressione sessuale.

 I ricercatori nei diversi paesi osservano nelle vittime alcune costanti: lo stupro viene vissuto come evento minaccioso per la vita, la violenza sessuale viene associata a paure di mutilazione e di morte. Le violenze sessuali e gli stupri portano, in molti casi, a gravi conseguenze psico-fisiche: incubi, insonnia, nausea, vomito, batticuore, tremito, stato di eccitazione nervosa, delirio, uso di sostanze quali alcool o droghe, depressione, crisi isteriche anche con ricoveri ospedalieri, disturbi alimentari.

Queste ricerche portano alla definizione dello stupro come fattore scatenante del disturbo post-traumatico da stress e trasformano lo stupro da atto sessuale a crimine.

Anche le molestie sessuali possono creare nella vittima gli stessi problemi e la stessa sintomatologia dello stupro.La sofferenza psichica che la vittima prova infatti non è direttamente proporzionale alla gravità dell’azione commessa dall’aggressore. Come in tutti gli avvenimenti traumatici, le conseguenze di un trauma sono il risultato dell’interazione fra quell’avvenimento stressante e la persona che lo subisce, persona che ovviamente ha una propria storia precedente al trauma e una propria struttura di personalità. 

Non necessariamente ad una violenza grave sul piano dei fatti corrisponde un trauma altrettanto grave sul piano psichico, mentre può accedere che ad una molestia apparentemente non grave possa corrispondere una imponente reazione di tipo post traumatico che produce nella vittima un’immensa sofferenza. Se quindi dopo una violenza o una molestia sessuale non ti senti più la stessa e non capisci come mai, chiedi aiuto.




Dopo una violenza o una molestia sessuale ti può succedere che…


Se ti succedono alcune delle cose elencate qui sotto  sei una persona che ha subito un trauma grave e queste sono le conseguenze di quell’avvenimento traumatico.

Non scoraggiarti e non rassegnarti.   Non permettere che quella violenza sessuale rovini tutta la tua vita futura.  Puoi riuscire a capire che cosa ti sta succedendo e lottare per ritornare la persona che eri prima.

Dopo una violenza sessuale: non ti senti più la stessa persona di prima

Dopo una violenza sessuale: hai delle “malattie” o dei comportamenti che prima non avevi
                                               
Dopo una violenza sessuale: ti senti sempre ansiosa

Dopo una violenza sessuale: ti senti depressa

Dopo una violenza sessuale: cerchi di non pensarci ma a volte le cose ti tornano in mente anche se tu non vuoi
                                               
Dopo una violenza sessuale: non riesci più a dormire e fai molti incubi

Dopo una violenza sessuale: non riesci ad avere rapporti sessuali con il tuo partner senza essere invasa dai ricordi o da sensazioni spiacevoli
 
Dopo una violenza sessuale: hai voglia di fumare, bere, mangiare smodatamente
                                              
Dopo una violenza sessuale: nulla ti interessa più

Dopo una violenza sessuale: hai paura di uscire per strada da sola

Dopo una violenza sessuale: non ti fidi più di nessuno

Dopo una violenza sessuale: vedi o senti delle cose che non ci sono e temi di essere pazza
                                        

La violenza sessuale, lo stupro ma anche le molestie sessuali possono avere delle conseguenze gravi sulle persone, ma questi sintomi possono essere superati.
Vuoi capire meglio cosa può succedere  ad una persona abusata o violentata?

1) agitazione continua, terrore immotivato, flashback, rivivere l'evento traumatico anche quando non c'èti senti  sempre in uno stato di allerta come se un pericolo incombente stesse per presentarsi.
A questo stato di agitazione permanente sono da correlarsi molti problemi sperimentati dalle persone traumatizzate e dalle vittime di violenze sessuali, stupro e molestie sessuali. Dopo un’esperienza traumatica il sistema umano di autoconservazione sembra entrare in uno stato di allerta permanente come se il pericolo potesse ripresentarsi da un momento all’altro. La persona traumatizzata e la vittime di violenza sessuale e stupro, si spaventa facilmente, reagisce con irritabilità a piccole provocazioni, dorme poco o male.

Può succedere anche che la persona si trovi a rivivere continuamente l’evento traumatico e la violenza sessuale, presentando ricordi ricorrenti ed intrusivi dell’evento, sogni sgradevoli o spaventosi ripetitivi durante i quali si ripete l’evento, stati dissociativi di varia durata (secondi, minuti, ore) durante i quali la persona si comporta come se stesse vivendo l’evento in quel momento, cosa che viene definita come “flashback”.

I flashback sono associati a disagio psichico e  a reattività fisiologica (batticuore,  ansia, paura, tremito, stato di eccitazione nervosa). Vi possono essere sintomi di ansia e disagio psichico forte quando la persona è esposta a eventi che assomigliano o simbolizzano un aspetto dell’avvenimento traumatico. Può succedere che una donna che ha subito violenza sessuale, stupro o molestie sessuali abbia questo genere di sintomi durante gli anniversari dell’avvenimento, o durante visione di spettacoli che parlano di violenza contro le donne. Una donna aggredita in ascensore può rivivere l’avvenimento come se si stesse ripresentando, o come se davvero dovesse ripresentarsi da un momento all’altro, ogni volta che si avvicina ad un ascensore. Una ragazza può “sentire” l’odore dell’uomo che ha commesso su di lei  molestie sessuali in ufficio ogni volta che si sente l’aroma del caffè perché lui aveva in bocca quel gusto durante l’aggressione, ed avere conati di vomito ogni volta che entra in contatto con quell’odore.

Il trauma irrompe ripetutamente nel corso della vita normale ed è come se il tempo si fermasse al momento del trauma. Si struttura una forma anomala di memoria che irrompe spontaneamente nella  coscienza  sotto forma di flashbacks nella veglia e di incubi nel sonno. Piccoli eventi insignificanti possono evocare queste memorie che ritornano con la forza emotiva dell’evento originario. Anche il normale ambiente di vita può diventare pericoloso perché  la persona sopravvissuta al trauma non può mai essere sicura che non incontrerà qualcosa o qualcuno che possa rievocare il trauma.
 
Può anche succedere di vedere cose che non ci sono, come per esempio il volto dell’uomo che ha commesso la violenza sessuale sul collo del proprio compagno di scrivania; anche se razionalmente la donna sa perfettamente che ciò che vedere non può esser vero, le sensazioni fisiche di terrore che prova sono esattamente le stesse che proverebbe di fronte all’aggressore reale.

Non sempre le persone sono consapevoli di ciò che sta loro accadendo e del fatto che tutto ciò accade perché, magari un anno prima, hanno subito una violenza sessuale. Spesso le donne che hanno subito una violenza sessuale o uno stupro pensano di essere diventate pazze, convinzione rinforzata anche dal commento non sempre comprensivo delle persone che stanno loro intorno.


2) evitamento di tutti gli stimoli associati al trauma, alterazioni permanenti di aree del cervello, depressione, apatia

La ricerca dell’evitare gli stimoli associati al trauma, oltre al determinare l’evitamento dell’agire (per esempio non prendere più ascensori se la violenza sessuale è avvenuta in ascensore), pone anche il corpo in uno stato di “congelamento”. 

Un grave trauma, come un’aggressione sessuale improvvisa ed inaspettata o uno stupro, può portare anche ad alterazioni permanenti di aree del cervello. E' stato dimostrato da esami neurologici (van der Kolk,) che l'atrofia dell'ipofisi rende impossibile all'individuo interessarsi alle informazioni nuove che gli vengono dal mondo, rendendolo apatico e passivo, e congelando la capacità immaginativa e creativa del soggetto.

In uno studio di 25 anni fa su reduci del Vietnam condotto da van der Kolk nella maggior parte delle tavole del Rorschach (un test psicologico in cui si chiede alla persona di attribuire un significato a delle macchie di colore dipinte su dei cartoncini) i soggetti vedevano il loro evento traumatico. I sei soggetti che non lo vedevano, non vedevano nulla, solo la macchia d’inchiostro. Questa è un’indicazione del blocco dell’immaginazione. La percezione nelle vittime di un trauma cambia: o vedono il trauma dovunque, oppure non vedono nulla. Si verifica un arresto dell’immaginazione e della creatività, si ha una perdita del pensiero come capacità di creazione sperimentale. Una donna che ha subito una violenza sessuale, uno stupro o una molestia può quindi ritrovarsi apatica, priva di interessi sia verso la vita in generale che verso il lavoro o le relazioni affettive. Apparentemente sembra depressa, ma si tratta di qualcosa di molto diverso dalla depressione. 




Durante la violenza sessuale può succedere di sentirsi “da un’altra parte”



Quando una persona si trova una situazione in cui ha perso ogni potere e non è possibile alcuna resistenza, può sentirsi in uno stato di arresa. Il sistema di autodifesa è annullato. La persona privata di ogni potere per poter sfuggire alla situazione di realtà, può farlo invece alterando il suo stato di coscienza. Qualcosa di analogo é stato osservato negli animali che si “congelano” quando vengono attaccati. Paradossalmente questo stato di calma distaccata dissolve il terrore, la paura e la rabbia. Gli eventi continuano ad essere registrati dalla coscienza ma è come se venissero scissi, staccati, dai significati ordinari. Le percezioni sono intorpidite, parzialmente anestetizzate o senza particolari sensazioni. Il senso del tempo è alterato spesso con una sensazione di rallentamento delle azioni.

Durante una violenza sessuale o uno stupro la persona può avere la sensazione che ciò che accade non stia succedendo proprio a sé, come se si stesse osservando fuori dal proprio corpo o come se si trovasse all’interno di un incubo da cui sta per risvegliarsi. Queste alterazioni si sommano ad un sentimento di indifferenza, di distacco emotivo e ad una profonda passività in cui si rinuncia all’iniziativa e alla lotta.

Quando le persone traumatizzate non riescono a dissociarsi spontaneamente (cioè fare ciò che è sopra descritto), nei momenti in cui i ricordi della violenza sessuale o dello stupro ritornano in modo incontrollato, possono cercare di raggiungere effetti simili di intorpidimento con l’uso di alcol e droghe.

Le persone traumatizzate corrono un alto rischio di dipendenza da sostanze come modalità di compensazione delle difficoltà e per controllare i sintomi intrusivi e di ipervigilanza.

L'instabilità dovuta all'alternanza di stati “dissociativi” (cioè momenti in cui si perde almeno in parte il contatto con la realtà) e di sintomi intrusivi (ricordi della violenza sessuale o dello stupro), spesso accompagnati da uno stato di ansia cronica generalizzata, aumentano il senso di imprevedibilità nel soggetto e rendono più intenso il sentimento di sfiducia verso il futuro.


Una ragazza giovanissima racconta cosa ha provato durante uno stupro:


“A volte mio marito si arrabbiava, vedevo mio marito arrabbiato e io pensavo: "Non ho fatto niente, sono stata fuori tutta la giornata". E poi mio marito era arrabbiato, non l'avevo mai visto così cambiato, e dopo iniziava a darmi le sberle in faccia, e io non capivo niente, e io non dicevo niente, e io non ho fatto niente, e mio marito mi dava le sberle per niente, poi me le continua a dare, e io non capivo cosa facesse, mio marito ha delle mani belle grandi e fanno male. Io ormai vedevo doppio perché le mani, essendo grandi, mi colpivano gli occhi (mima il gesto dello schiaffo sulla faccia), e iniziavo già a sentir male con gli schiaffi sulla faccia. E, per il male, iniziavo già a dare i numeri, e allora dopo non ci capivo più niente. .... Mi sembrava di essere sulle nuvole, e allora mio marito, non capivo cosa stesse facendo, mi dava sempre le sberle in faccia e mi continuava a dare le sberle, e io non capivo più niente, e poi non sento più le sberle in faccia, e non sentivo più niente, non sentivo più niente. E allora io non sentivo più niente anche se mi dava le sberle, perché il dolore era tanto alto che io non sentivo più niente. Allora non ho mai ben capito che cosa succedesse, infatti io non capivo perché non sentivo più niente, anche se uno mi toccava così (si tocca il braccio), ormai il mio cervello andava fuori. Allora mio marito iniziava a spogliarmi dal bacino in giù, da quello che capivo anche se ero fuori di cervello. E intanto non capivo bene, cioè vedevo cosa stava succedendo ma non capivo.

Poi dopo chiudevo gli occhi, rimanevo così (mima la faccia di una persona stordita e stupefatta), chiudevo gli occhi per vedere se mi riprendevo, ma non mi riprendevo mica. Allora chiudevo continuamente gli occhi per vedere se pian pianino, se la testa mi tornava ad arrivare lì in quel momento lì. Allora mio marito, non so che cosa stesse pensando, allora sento un gran dolore, ma io non lo sento col mio cervello, sento un gran dolore …… sento un brivido nella schiena, e io avendo il cervello di fuori non capivo niente. Il male di prima e il male di adesso, la testa era ancora più fuori. Io però ero sveglia, non ero addormentata.

Allora io non capivo bene, io vedevo che mio marito era lì nella camera con me, però non riuscivo a ragionare cosa stesse facendo, allora sentivo sempre male, male, male. Allora chiudo gli occhi perché ormai svengo dal dolore, allora dopo non sento più niente, mi sembra di essere andata via dal mondo e dalla camera che ero fino in un altro posto che non capivo bene, non so, un posto in cui mi sembrava che la testa fosse andata in un altro posto che non capivo bene…

Dal dolore che avevo la testa poteva essere dovunque perché non riuscivo a trovarla; allora chiudevo gli occhi e cercavo di trovarla. Allora iniziavo a preoccuparmi perché non trovo la mia memoria, niente, sempre solo per il male eh; il cervello intanto ce l'avevo, ma non sentivo più niente. Allora un male sempre … un male tremendo, avevo paura che la mia testa fosse volata via, avevo una confusione in testa che ormai non sapevo neanche più dove ero andata, non mi ricordavo neanche più dov'ero, per terra…

Mi sembrava di essere con la testa nelle nuvole. Anche se aprivo gli occhi non sapevo che cosa stesse accadendo. Allora dopo, sentivo sempre questo grande male, allora dopo cercavo di dimenarmi, per vedere se mi riprendevo, se mi agitavo…. Cercavo di capire se mi riprendevo i miei sensi, almeno la vista; la vista per vedere cosa stesse accadendo. Allora io mi dimenavo, ma non succedeva niente, ma … ma io non sento niente, e io mi preoccupavo sempre di più, perché avevo paura che mi fosse successo qualcosa e che fossi ancora in piedi. Allora sento sempre questo gran male, ma non sentivo più niente, un rumore, mi sembrava di essere fuori dal mondo, un rumore di macchine, però ero ancora in camera mia, perché di solito di lì si sentivano le voci degli altri bambini, si vede che ero proprio andata fuori con la testa veramente.

Allora, dopo un po', sempre la testa era fuori, io cercavo di riprendermi e pian pianino ritornavo, insomma, a sentire che ero tornata per terra….Dopo però, intanto, la vista non mi tornava, mi sentivo male, e subito avevo aperto gli occhi però non vedevo più niente, come un muro che non vedessi più niente e, vedendo tutto buio, poi dopo io non vedevo, sentivo i passi di mio padre. La testa era sempre via! Però io non è che sentissi proprio i passi di mio marito. Era come se avessi le cuffie e sentivo i passi, ma non sentivo i passi puliti, ma non li sentivo normali, c'erano come delle onde che me li facevano sentire male.

Mio marito era sempre lì che camminava con i suoi passi inconfondibili, perché lui è un uomo di 1,85 e porta il 46 di scarpe. E lo sentivo andare sempre avanti e indietro. A un certo punto, ero ancora fuori con la testa, e il male era sempre più forte…. Sentivo male ma non capivo bene dove. Mi sembrava strano il male, sapevo che sentivo tanto male in faccia, ma avevo così tanto male che non capivo neanche più dov'era il male.

Mio marito, dopo, cerca di vedere se mi riusciva a svegliare facendomi così (e mima il gesto di una persona che la scuote per svegliarla), e io sentivo che qualcuno mi faceva ballare, ma io non riprendevo i sensi…. Ero ancora in piedi. Allora io sento ballare, sento i movimenti perché io ci sono ancora, ma con la testa non capivo chi mi ballava, ma i passi non li sentivo più. Allora lui, mio marito, naturalmente era lui perché aveva le mani giganti, continuava a ballare, inizia a dire: "svegliati! Svegliati!" (la ragazza mima il gesto di qualcuno che la scuote), io sento le voci ma non capisco da dove provengono. Allora, pian pianino, i miei occhi iniziano a schiarirsi pian pianino, iniziano a diventare come prima. Allora vedo lì mio marito che fa così (mima il gesto di scuotere), però non capivo cosa stesse facendo…

Ho capito cosa stava succedendo quando sono riuscita a trovare di nuovo la testa per ragionare su cos'era successo…. Ero stata attenta fino al momento in cui mi aveva spogliato dal bacino in giù, poi da lì il male era sempre aumentato finchè ho perso conoscenza (cioè, non ero svenuta, ero sveglia ma da un'altra parte). E poi dopo, il male che avevo, oltre a quello in faccia, non capivo bene dov'era, e allora cercavo di ragionare da dove potesse venire, e infatti quella volta lì non avevo ben capito da dove venisse; poi, altre volte è successa la stessa cosa, ma ho cercato di trattenere la testa dentro, e infatti sentivo sempre male, e poi dopo, e lì infatti ci vedevo ma ero un po' appannata, e allora dopo io capivo qualcosa di quello che stava succedendo, e io sentivo spingere, spingere, e non si capiva bene che cos'era….

Sentivo spingere qui in mezzo (indica la zona dei genitali con la mano). Io però in quel momento lì non ci capivo, perché il male era grande. Però io, intanto, trattenevo per tener dentro la testa… Perché il male mi faceva male, la testa voleva uscire, e io volevo stare, insomma, per capire che cosa stava facendo mio padre. Allora tenevo con la forza dietro, tenevo le mani così (con i pugni serrati), e la testa non usciva perché con la forza uno la tiene dentro. Ora non capivo molto, perché la testa voleva uscire e quindi faceva annebbiare le idee.


a cura di Cristina Roccia
 

 

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