Valentina Salamone : la sua storia da un articolo di Anthoni Distefano

03.02.2013 16:21

Antonino Salamone è il papà di Valentina la 19enne biancavillese rinvenuta morta il 24 luglio dello scorso anno in una villetta alla periferia di Adrano con una corda al collo che la strangolò a morte. Quella casa avrebbe ospitato la sera precedente una festa tra amici. Ma il giorno stesso della tragedia il caso della bella e solare Valentina venne liquidato e derubricato alla voce "suicidio". Una tesi alla quale il papà di Vale (così come la chiamavano gli amici) non ha mai voluto credere. 

E non soltanto per un inevitabile istinto paterno. "La morte della mia bambina – confessa con la voce rotta più volte dall’emozione papà Antonino – è una storia che a distanza di quasi un anno e mezzo nasconde troppi lati oscuri. Il corpo venne rinvenuto al mattino ed io venni allertato addirittura quasi a sera e perdipiù mi fecero trovare la mia Valentina con la corda ancora al collo in una scena che non cancellerò mai: le sue mani erano ancora lì, ormai ferme, che tentavano di resistere alla stretta; le sue dita avevano provato ad evitare il soffocamento". Il sequestro della casa per una ispezione non venne mai disposta ed in meno di ventiquattr’ore il caso era già stato chiuso sebbene si sia ancora in attesa di conoscere gli sviluppi di un supplemento di indagine condotto in questi mesi dai carabinieri. Degli amici di quella notte non c’è più traccia. 

Ma a convincere la famiglia che non possa essersi trattato di suicidio c’è un particolare agghiacciante. "Sì, è vero – prosegue papà Antonino – c’è un aspetto che nessuno ha mai chiarito: mia figlia è stata ritrovata con i talloni insanguinati ed un grande ematoma al braccio. Lascio a lei ogni considerazione". Qualcuno avrebbe potuto costringere Valentina con la forza, trascinandola, a fare la fine che ha fatto? Magari per un gioco, magari sotto minaccia? 

A sciogliere almeno una piccola parte del rebus si sperava potesse essere l’autopsia il cui risultato pare però essere terminato tra i cumuli di faldoni da esaminare alla Procura della Repubblica di Catania. "Sappiamo che l’autopsia è stata consegnata alla fine del luglio scorso – conclude Antonino Salamone – ma sinora il magistrato che si occupa della vicenda non ha fatto sapere nulla. Ci sono troppe pratiche da sbrigare. Ma io e la mia famiglia non possiamo fermarci alla burocrazia: abbiamo bisogno di sapere, di conoscere chi ha ucciso la mia bambina. Ed il mio appello va alla magistratura, di fare in fretta perchè senza verità non può esserci giustizia". 

Anthony Distefano

 

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